Intervista a
Tony Keys

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di Beppe Colli
Sept. 17, 2006



Fu all'incirca quattro anni fa - subito dopo aver appreso dell'esistenza di un "Archivio Rock in Rete" che, già grande, prometteva di diventare gigantesco - che prendemmo la decisione di abbonarci a Rock's Backpages.

Qualche tempo dopo ci trovammo a intervistare quella che del sito è la figura certamente più nota al grande pubblico: Barney Hoskyns, giornalista e critico dal lungo e ricco curriculum. In quell'occasione l'oggetto della nostra conversazione non era stato Rock's Backpages, ma l'introduzione scritta da Hoskyns per The Sound & the Fury: A Rock's Backpages Reader, selezione di pezzi scritti da giornalisti rappresentati sul sito; e in particolare, le sue affermazioni sul ruolo del critico musicale.

E' stato un paio di settimane fa che abbiamo deciso di approfondire l'argomento Rock's Backpages, scegliendo di intervistare Tony Keys, direttore finanziario della testata. Keys ha accettato di buon grado di rispondere alle nostre domande. Il lettore troverà qui di seguito il testo della nostra conversazione, avvenuta la scorsa settimana tramite posta elettronica.

E' stato poco dopo aver mandato le domande che abbiamo appreso dell'approssimarsi del quinto compleanno di Rock's Backpages, giunto al traguardo di diecimila articoli. In un momento in cui questioni quali il ruolo della musica nella vita di ogni giorno, l'interesse per la parola scritta, il grado di alfabetizzazione realmente posseduto, le difficoltà ad articolare un pensiero compiuto a proposito delle arti (e non solo) sono di sempre crescente attualità, l'esistenza e lo stato di salute di un'impresa quale Rock's Backpages possono costituire indicatori che vanno ben al di là dell'interesse personale per la "scrittura rock".


Nella sezione "Chi Siamo" di Rock's Backpages sei indicato quale "Direttore Finanziario" della testata. Mi parleresti del tuo retroterra, e del modo in cui ti sei trovato a diventare parte di Rock's Backpages?

Fui invitato a incontrare Barney Hoskyns e Mark Pringle (che avevo già incontrato quale designer di siti web) da James Sandilands, un vecchio amico che aveva un'azienda di internet design. James sapeva che avevo un interesse per la musica rock e pensò che avrei potuto aiutare Barney e Mark a trovare capitali per la loro nuova idea, che era Rock's Backpages.

James e io investimmo nell'azienda, e così gli altri soci fondatori, e ricevemmo del danaro anche da altri investitori. Purtroppo James è morto nel 2001.

Antecedentemente al mio ingresso in RBP la mia carriera lavorativa si è svolta all'interno della City, prima in qualità di agente di cambio, poi come direttore finanziario di un certo numero di società di assicurazioni.


Ho letto che sei "l'unico membro della squadra di RBP ad aver visto Otis Redding in azione". Com'è stato?

Il tour della Stax/Volt del Regno Unito del 1967 comprendeva Booker T and the MGs, Eddie Floyd, Sam and Dave, Arthur Conley e Otis Redding. Ho visto il concerto che si è tenuto alla Fairfield Hall a Croydon, nella South London. Otis fu fantastico - una grande presenza di scena, e sebbene stesse chiaramente facendo lo stesso set che aveva già fatto un centinaio di volte, concludendo con Try A Little Tenderness, è stata un'esibizione davvero eccitante.


Ovviamente, leggere a proposito di "com'è stato" è il punto principale dietro la costruzione di un archivio rock. Qual è stata la logica alla base della decisione di fondare la testata?

Barney era perfettamente consapevole del fatto che chiunque voleva leggere i grandi articoli di musica del passato andava incontro a grandi difficoltà - pochi erano disponibili legalmente su Internet, e sebbene la gente potesse recarsi a consultare le biblioteche situate nelle più grandi città del mondo era possibile che i giornali chiave non fossero lì. Allora Barney ha contattato un certo numero di giornalisti per vedere se erano disposti a concedere a RBP la possibilità legale di mettere il loro lavoro su Internet. Si sono detti d'accordo, e così abbiamo messo insieme il danaro necessario a creare il sito.


Mi pare che con il passare del tempo abbiate aggiunto sempre più "servizi-contenuto" a RBP - e, se non vado errato, anche la possibilità di acquistare singoli articoli via PayPal. Vuoi parlarmene?

La nostra intenzione è di essere il primo posto dove si rechi chiunque voglia leggere i grandi articoli che trattano di musica degli ultimi cinquant'anni. Abbiamo quindi acquistato una gran quantità di numeri arretrati dei principali giornali degli Stati Uniti e del Regno Unito (che formano parte dell'archivio). Offriamo a testate giornalistiche e anche a singoli la possibilità di ottenere scansioni di articoli tratti da queste riviste.

Ci sono editori in territori oltremare (in special modo in Giappone) che sono interessati a pubblicare versioni tradotte di materiali del nostro sito, e così diamo loro la possibilità legale di farlo per conto di chi ha scritto quei pezzi.

Sebbene crediamo che il costo del nostro abbonamento sia decisamente ragionevole, molte persone ci hanno scritto via e-mail per dirci di essere interessati a leggere un solo articolo - potevamo fornirglielo? Così, con il pieno accordo degli scrittori che rappresentiamo, ora forniamo copie singole degli articoli che sono disponibili dopo che il cliente ha pagato tramite Paypal.


Negli aggiornamenti settimanali all'archivio di RBP percepisco uno sforzo deliberato di offrire un ampio spettro di articoli, da un punto di vista temporale, cioè a dire: dagli anni cinquanta a nuovi artisti attualmente celebri. Se non si tratta di un'informazione riservata: percepite delle regolarità, delle fluttuazioni, se parliamo di scelte degli individui? (Ovviamente, immagino che il recente successo arriso a Nick Drake sia stato rispecchiato dall'ammontare di accessi agli articoli che parlavano di lui.)

Siamo consci del fatto che l'interesse per gli artisti fluttua in modo considerevole - nuovi album, riedizioni di album classici, programmi televisivi e così via, tutto influenza la scelta degli articoli operata dai nostri clienti (che osserviamo con molta attenzione).


Com'è ovvio, al momento la maggior parte degli articoli che vengono aggiunti all'archivio proviene (letteralmente) da una pagina stampata. Alcuni anni fa sembrava che i giornali di carta fossero sul punto di scomparire, ma oggi - anche se la maggior parte dei settimanali Made in UK sono defunti - sembra che il mensile che tratta di musica sia vivo e vegeto, e nuovi giornali sono spuntati negli ultimi anni. So che si tratta di una questione complessa, ma mi piacerebbe lo stesso conoscere la tua opinione in proposito.

Sì - altri mensili sono apparsi, e il New Musical Express esce ancora ogni settimana. La qualità della scrittura è decisamente variabile. I migliori giornali mensili commissionano ancora buoni articoli e retrospettive sugli artisti che vanno dagli anni sessanta agli anni novanta ma, a mio personale modo di vedere, se parliamo di un buon commento "critico" non c'è molto che viene fuori sui settimanali. Di recente qualcuno mi ha suggerito che ai fan di musica di età più giovane non piace leggere pezzi lunghi - vogliono pezzi corti e opinioni istantanee, in particolar modo quelli che si possono ottenere grazie ai siti web che fanno parte di "comunità".


© Beppe Colli 2006

CloudsandClocks.net | Sept. 17, 2006