Summer Fun Special
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di Beppe Colli
July 6, 2014



"Contro il logorio della vita moderna."



The Drifters
Up On The Roof


Uno dei gruppi vocali più famosi degli anni cinquanta e sessanta, nel 1962 The Drifters raggiungono per l'ennesima volta le vette delle classifiche con un brano firmato Goffin - King destinato a rimanere indiscusso classico. Espressione di un desiderio di pace e tranquillità, il brano le individua in un preciso luogo geografico: la terrazza calpestabile situata sul tetto del palazzo immerso nel clamore cittadino consente al narratore di fuggire dalle "hustling crowds/and all that rat race noise down in the street" trovando "a paradise that's trouble-proof" dove la notte "the stars put on a show for free". Fortemente caratterizzata da un punto di vista pittorico, l'immagine può facilmente essere "tradotta" nel senso della "inner peace" tipica degli anni sessanta, come testimoniato dalle belle versioni successivamente incise da Laura Nyro e dalla stessa Carole King.



The Drifters
Under The Boardwalk


Dove andare quando fa troppo caldo e la famosa terrazza diventa un luogo poco ospitale? ("When the sun beats down and burns the tar up on the roof".) A due anni di distanza da Up On The Roof, ancora una volta The Drifters forniscono la risposta perfetta: "Under The Boardwalk", canzone destinata anch'essa a popolarità pressoché eterna. Il pontile, o piattaforma, di legno che corre in parallelo al mare che in un contesto urbano offre gratis ombra e la tanto necessaria privacy, e "Under the boardwalk, down by the sea/On a blanket with my baby is where I'll be". Senz'altro da apprezzare, il tono "latino" e rilassato delle strofe, e la maggiore "assertività" del ritornello.



The Lovin' Spoonful
Summer In The City


Gruppo cardine degli anni sessanta, per un paio d'anni The Lovin' Spoonful furono ospiti fissi dei piani alti delle classifiche. Palesemente caratterizzato in senso stagionale, nel giugno del 1966 il singolo dall'enorme successo intitolato Summer In The City oppone il caotico caldo cittadino alla frescura della sera, come perfettamente rispecchiato da arrangiamento e tono vocale. Sudore, un "marciapiedi più caldo di un fiammifero", claxon di auto e l'immancabile martello pneumatico (tutti effetti presenti qua e là nell'incisione) lasciano il posto a uno scenario animato ma del tutto diverso "But at night it's a different world" (...) "Come on, come on and dance all night/Despite the heat it'll be alright". Destinazione ultima, l'immancabile terrazza: "Running up the stairs, gonna meet you on the rooftop".



The Lovin' Spoonful
Coconut Grove


Crediamo che pochi brani possano rivaleggiare con questa canzone dei Lovin' Spoonful nel dare all'ascoltatore l'illusione auditiva di essere eseguita in un luogo privo di pareti. Località della Florida, Coconut Grove offre caldo rifugio a chi scappa dalla neve newyorkese. Ma qui la dimensione della "inner peace" regna suprema, con l'oceano che "will dull the drummin'/of any city thoughts or city ways". Atmosfera "sognante", con i rari sprazzi di elettrica a stagliarsi sul tappeto delle chitarre acustiche. Attenzione particolare va prestata al modo (non a caso) simile a un'onda con cui viene emessa la "u" di "cool" nel verso "The ocean breezes cool my mind."



The Beatles
Penny Lane


In un'epoca in cui vigeva di normalità lo scambio, anche ai massimi livelli, e le influenze venivano non nascoste ma apertamente mostrate, i Beatles avevano inciso Good Day Sunshine (è su Revolver), brano il cui buonumore si rifaceva ai Lovin' Spoonful di cose come Daydream. Pubblicato in febbraio (del '67), il singolo Strawberry Fields Forever/Penny Lane offre caratterizzazioni "climatiche" che - come i rispettivi autori - non potrebbero essere più diverse. Se il brano firmato da John Lennon è - e sarà sempre - immerso in una fitta nebbia invernale, Penny Lane offre un'esuberanza che è giocoforza definire quanto meno primaverile. Ma che stagione è? E perché piove sempre, e però vediamo "there beneath the blue suburban skies"? Nell'acclamato volume Revolution In The Head - The Beatles' Records And The Sixties il compianto Ian MacDonald ha scritto belle pagine sull'ambiguità stagionale di questo brano, che a dispetto di una eterna popolarità è sempre in grado di offrire aspetti nascosti all'osservatore davvero interessato.



The Moody Blues
Fly Me High


Mancano solo pochi mesi e i Moody Blues pubblicheranno Nights In White Satin, brano dal sapore fortemente autunnale che cambierà per sempre le loro fortune commerciali. Ma nel maggio del '67 il gruppo (ovviamente) non lo sa, e tenta la sorte con una spumeggiante miscela di "beat" e "folk" firmata e cantata da Justin Hayward. Non c'è ancora il Mellotron, c'è ancora il piano compresso, ma fanno bella figura la chitarra acustica che introduce il pezzo, la voce di Hayward, l'ottava alta in falsetto del bassista John Lodge e un'ambientazione in stile "allegro spinello" - pochi dubbi su cosa sia questa "brand new broom" che consente di volteggiare pacificamente: "Fly me straight and fly me high".



Scott McKenzie
San Francisco (Be Sure To Wear Flowers In Your Hair)


Il brano che segna l'estate del '67 è A Whiter Shade Of Pale dei Procol Harum. Ma se parliamo di "controcultura" il brano per eccellenza è il colossale hit mondiale che darà fama imperitura a Scott McKenzie. L'aveva scritta John Phillips dei Mamas & Papas, che con il singolo California Dreamin' aveva caratterizzato l'estate "in absentia". Se l'album d'esordio del quartetto, If You Can Believe Your Eyes And Ears, è un perfetto esempio di fresche melodie e slang d'epoca - Somebody Groovy, Straight Shooter ("if you know what I mean") - nel maggio del '67 il brano San Francisco fa da "spot pubblicitario" all'imminente Monterey Pop Festival. Coppia ritmica formata da Hal Blaine e Joe Osborn, la canzone - pur semplice - offre un interessante sviluppo. C'è solo una "sezione A" ripetuta più volte, con un crescendo di intensità che dopo un inciso che offre il "campo lungo" della narrazione ("All across the nation/Such a strange vibration" (...) "There's a whole generation/With a new explanation") raggiunge l'apice per poi adagiarsi (è il caso di dirlo) pacificamente sul fraseggio di basso con plettro e giungere alla conclusione.



Otis Redding
(Sittin' On) The Dock Of The Bay


Otis Redding era stato uno dei trionfatori del festival di Monterey, e (Sittin' On) The Dock Of The Bay, con il suo sapore più "pop" e meno palesemente "r&b", sembrava il giusto brano-ponte per il nuovo pubblico che aveva così calorosamente accolto l'artista. E in effetti è proprio così che andò, con il brano a regalare a Redding il suo unico primo posto in classifica. Purtroppo fu anche il primo brano nella storia a raggiungere il #1 dopo la morte del suo interprete - com'è noto, l'aereo che portava Redding e il suo gruppo precipitò. Dire che l'atmosfera di questo brano è complessa e aperta a più interpretazioni è il classico understatement. Serenità e malinconia sembrano coesistere in un ambiente caratterizzato dal superbo apporto chitarristico di Steve Cropper e da quel fischiettare conclusivo. (Un'aggiunta alla storia è Runnin' Blue, il brano di Robbie Krieger eseguito dai Doors su The Soft Parade e su singolo, con i suoi espliciti riferimenti a Redding e a The Dock Of The Bay.)



Spirit
I Got A Line On You


Formazione stilisticamente originale e versatile, gli Spirit incisero quattro album tra i quali è obiettivamente difficile scegliere il migliore. Tanta sottigliezza li tenne lontani dalle classifiche, l'unica puntatina essendo rappresentata da questo brano di contagiosa allegria dal sapore tipicamente estivo ("You know my winter's almost over/My summer, she's comin' on strong"). Grintosa interpretazione vocale del chitarrista, e qui autore, Randy California, con il primo cantante Jay Ferguson brillantemente ai cori. Andamento start & stop, pianoforte compresso, basso grintoso, una chitarra "psichedelica" = molto in poco tempo.



Creedence Clearwater Revival
Proud Mary


Curioso accorgersi dopo tanto tempo che negli Stati Uniti Proud Mary fu pubblicato in pieno inverno, ché il successo europeo ci pare molto più in carattere con il clima "estivo" del brano. Ottimistico in ogni caso - si ascolti l'introduzione di chitarra che va a posarsi su un accordo che attende l'entrata della voce: potrebbe mai questa voce essere portatrice di sventure? (Anche se proprio nei Creedence in effetti c'è un ottimo esempio contrario: Bad Moon Rising.) Atmosfera serena ("You don't have to worry if you have no money/People on the river are happy to give"), e una brillante parte solista di chitarra in stile "cantabile" felicemente influenzata dalla chitarra "Stax" di Steve Cropper.



Creedence Clearwater Revival
Green River


Curioso accorgersi dopo tanto tempo che mentre l'atmosfera di Proud Mary va più d'accordo con la pubblicazione estiva del brano in Europa, lo stesso avviene per quello che fu il singolo dei Creedence dell'estate del 1969 negli Stati Uniti, Green River, la cui atmosfera più cupa sembra meglio accordarsi con l'autunno europeo che ci restituisce la memoria. Siamo sempre in estate, ma stavolta è l'estate del ricordo di una vacanza fatta da ragazzino ("Pick up a flat rock/Skip it across Green River"), e l'atmosfera è a tratti minacciosa ("Wonder if my rope's still hangin' to the tree" è un ovvio riferimento ai giochi fatti con una corda appesa a un albero, ma qui l'ambiguità è evidente). Entrata chitarristica da manuale, fraseggi ad alternarsi alla voce, e un montaggio memorabile di timbri nella finestra dell'assolo.



The Zombies
Time Of The Season


Curiosamente, i grandi successi degli Zombies sono due singoli: il primo e l'ultimo. Ai tempi (1964) She's Not There fu brano d'alta classifica, poi di fatto uno standard, con gli statunitensi Vanilla Fudge a riprenderlo tre anni più tardi sul loro acclamato album d'esordio. Pubblicato su singolo nel '68, Time Of The Season divenne un buon successo solo l'anno seguente, e solo negli Stati Uniti, a gruppo ormai sciolto. Testimonianza di un'epoca in cui usi e costumi erano ancora fortemente governati da usanze legate alle stagioni, il brano apre con un giro di basso con plettro decisamente assertivo e replica più volte una sezione che chiude con qualcosa che assomiglia a un canto gregoriano - un aspetto che testimonia dei forti legami del brano con la psichedelia - per poi tornare al punto di partenza. L'arco narrativo è da rinvenire nel variare dei timbri e della condotta strumentale dell'organo Hammond di Rod Argent, qui ponte ideale tra il gospel di Jimmy Smith e la psichedelia a tinte r&b (o vice versa) dello Steve Winwood dei Traffic.


© Beppe Colli 2014

CloudsandClocks.net | July 6, 2014