Glenn Cornick
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di Beppe Colli
Aug. 31, 2014



L'introduzione di basso concisa ed elegante del singolo intitolato Living In The Past - un'agile figura in 5/4, a suo modo "funky" - fu il modo in cui nell'estate del 1969 il mondo del rock nella sua accezione più vasta fece la conoscenza di Glenn Cornick.



Quella di avere un'apertura strumentale dal sapore fresco, che si sperava facilmente memorizzabile, era un'usanza tipica dei tempi - rimanendo pressoché immobili nel tempo e nello spazio citeremo il celeberrimo lancio strumentale di Jack Bruce posto in apertura del pezzo dei Cream intitolato Badge.

La figura introduttiva di Cornick cedeva poi il passo a un lungo passaggio strumentale per flauto, strumento non certo inedito nel mondo del rock ma che si sarebbe rivelato il tratto distintivo di un gruppo che portava il bizzarro nome di Jethro Tull.

Brano accattivante, da cui un bel #3 nel Regno Unito, Living In The Past aveva sul retro Driving Song. Eravamo qui nel più tipico "British Blues", con un incedere ritmico basato su un riff. Ma la sezione ritmica risultava fresca e quasi jazzata, con il basso che nel finale si concedeva un breve passaggio in solitudine.

Se Living In The Past è il primo mattone della base su cui verrà gradualmente costruita la fortuna commerciale dei Jethro Tull, la storia aveva già avuto inizio qualche tempo prima. Per limitarci ai tratti essenziali diremo di alcuni 45 giri, di molti concerti dal seguito crescente, e di un album, This Was, pubblicato nell'ottobre del '68 e giunto al 10° posto delle classifiche inglesi.




L'album si inserisce senza difficoltà nella scia del già citato "British Blues" allora in auge, ma pur all'interno di questa cornice non mancano accenti diversi. Facendo affidamento su un Fender Jazz Bass con un manico Precision "mancino", Cornick imposta un lavoro bassistico che va spesso al di là della cornice più strettamente "blues", pur nelle coordinate di una economicità di espressione.




Va da sé che un pregevole bassista non andrebbe lontano senza un batterista in sintonia, e qui parlare di Cornick vuol dire necessariamente presupporre la sua bella intesa con Clive Bunker.

Bastava mettere la puntina sul primo solco di This Was, My Sunday Feeling, per godere del rapporto tra il basso incalzante e una batteria "lieve", con piatti a volontà e il rullante dalla cordiera ben percepibile. Si gusti il momento di respiro segnato dal charleston e il passaggio in solitudine del basso che porta alla fine del brano, passaggio che ha il suo corrispettivo nel "ponte" tra la fine dell'assolo di batteria e il momento di chitarra su Dharma For One.

Cantante, polistrumentista, autore e leader della formazione, Ian Anderson inizia ad allargare la sua tavolozza compositiva. Beggar's Farm è brano di spicco nell'economia dell'album, e qui l'atmosfera sonnolenta risulta arricchita da una figura di basso a ben vedere non poco "psichedelica". La ripresa di Serenade To A Cuckoo di Roland Kirk vede Cornick fare buon uso del carattere percussivo dei pick-up del Fender Jazz.

Sostituito Mick Abrahams con il più versatile Martin Barre, e dopo un adeguato rodaggio concertistico negli Stati Uniti, nell'agosto del '69 il gruppo pubblica Stand Up, #1 nel Regno Unito e album capolavoro della formazione (si rifletta su un pubblico in grado di assorbire senza batter ciglio l'enorme salto stilistico esistente tra This Was e Stand Up).




Quel che ci preme sottolineare è la freschezza e la vivacità del suono e delle performance strumentali dell'album, che ha grandemente beneficiato del contributo tecnico di Andy Johns.

Per dire della varietà della musica di Stand Up basterà menzionare le tracce di musica araba e indiana disinvoltamente presenti su Fat Man e Jeffrey Goes To Leicester Square.

Il blues è ancora fortemente rappresentato da brani quali A New Yesterday e Nothing Is Easy. Si ascolti qui la frizzante sezione ritmica a sorreggere, a tratti con ruolo di protagonista.

Se la condotta strumentale di Cornick su un brano celebre quale Bourée non necessita di presentazioni, vorremmo segnalare le differenti modalità dinamiche adottate dal musicista sul brano intitolato Back To The Family. Qui, come altrove sull'album, l'adozione di uno strumento a scala corta come il Gibson EB-3 - il modello reso celebre da Jack Bruce - consente salti di ottava e in generale un approccio strumentale più "chitarristico".

Si ascolti anche l'atteggiamento "al servizio della canzone" nella ballad We Used To Know e il groove serrato di For A Thousand Mothers. Mentre pare ormai accertato che la parte di basso di Look Into the Sun - in effetti dal sapore un po' diverso - sia stata suonata da Andy Johns, buon bassista.

Seguono due singoli. Un arrangiamento orchestrale un po' datato penalizza oggi Sweet Dream, un #9 nel Regno Unito nell'autunno del '69. La sezione ritmica fa comunque un figurone, costruendo uno stampo che verrà sostanzialmente rispettato fino ai tempi di Live Bursting Out.




Pubblicato nel gennaio del 1970, Witch's Promise - un #4 nel Regno Unito - è una ballad dallo svolgimento esemplare, con abbondanza di chitarre acustiche e il pianoforte e il Mellotron del nuovo elemento John Evan ad anticipare le atmosfere di Benefit. Belle le percussioni, perfettamente funzionale all'arrangiamento il lavoro di Cornick. Più svelto il retro, Teacher, contraddistinto da un riff propulsivo di basso e da un bel lavoro di organo Hammond (ci riferiamo qui al missaggio inglese).




Quasi tutto il materiale pubblicato su singolo venne successivamente incluso nella raccolta intitolata Living In The Past del luglio del '72. E qui un #3 negli Stati Uniti è buon testimone del successo di Aqualung ('71) e del 1° posto in classifica di Thick As A Brick ('72).

Con un parallelo senz'altro interessante con il lavoro di Jack Casady dei Jefferson Airplane su un album registrato su un otto piste quale Crown Of Creation ('68) e su uno a sedici piste quale Volunteers ('69), il basso di Cornick su Benefit (maggio '70, #8 nel Regno Unito, #11 negli USA) è meno facilmente percepibile rispetto a quanto avvenuto su Stand Up, lo stesso essendo ovviamente vero per la batteria. Le canzoni sono qui maggiormente basate sulle chitarre acustiche ed elettriche, con il lavoro sui medi del pianoforte a togliere forzatamente spazio al basso elettrico.




Ciò precisato, e facendo ovvia eccezione per Inside - laddove c'è più basso che canzone - Cornick si rivela perfettamente all'altezza della sfida, con gli inconfondibili contrappunti di Nothing To Say, i riff di To Cry You A Song e le parti di With You There To Help Me a fare una gran bella figura. Il basso dovrebbe essere il solito EB-3, non certo l'EB-2 semiacustico imbracciato - crediamo per motivi estetici - sulla copertina.

Inaspettatamente, l'avventura finisce qui. Per motivi mai veramente chiariti, Cornick è fuori dalla formazione. Le ultime testimonianze concertistiche - dove Cornick aveva adottato un Gibson Thunderbird a scala lunga - dicono di un'ottima resa, come il CD e il DVD-V intitolati Nothing Is Easy - Live At The Isle Of Wight 1970 sono in grado di dimostrare. Va notato che è proprio in questo periodo che il gruppo inizia a presentare in pubblico quello che sarà uno dei brani-pilastro di Aqualung: My God.

Certo fu assurdo sulle prime ascoltare su Aqualung la batteria di Clive Bunker accoppiata al basso "rigido" di Jeffrey Hammond-Hammond, che suonerà infatti più logico in combinazione con la batteria di Barriemore Barlow, già a partire da Thick As A Brick.

Ancora più inaspettatamente, la storia del Glenn Cornick che conta si conclude qui. Ci fu un gruppo, Wild Turkey, che partì bene e si afflosciò subito. Poi, piccole cose non all'altezza (lo stesso destino, a ben considerare, toccò al suo amico di piatti e tamburi Clive Bunker).

Troppo poco per essere ricordati?


Glenn Cornick: musician. April 23rd 1947 – August 29th 2014


© Beppe Colli 2014

CloudsandClocks.net | Aug. 31, 2014