Michael Vogt
Argonautika

(ReR)

Se ricordiamo correttamente, l'ascolto di un brano apparso su un numero della "rivista sonora" ReR Quarterly, all’incirca quindici anni fa, è stata per chi scrive l'unica occasione di ascoltare la tuba di Michael Vogt (in quella circostanza Vogt eseguiva una composizione di Lutz Glandien). C'è poi stato un CD, Tuba Intim, che vedeva Vogt impegnato nell'esecuzione di brani firmati in gran parte da altri compositori. Privi di punti di riferimento che non siano il CD in oggetto, diremmo comunque Argonautika un bel lavoro, senz'altro degno di essere ascoltato e approfondito.

Tuba elettrificata (anche sovraincisa), unità effetti, nastri: questi gli ingredienti di un lavoro dove la musica è sempre chiara e nitida. Successivi ascolti rendono evidente che al nucleo della musica si situa il contrasto tra la tuba - scura, profonda - e i suoni elettronici dal sapore digitale, spesso di altezza elevata, a volte discretamente aspri. Ma è un contrasto che - grazie anche a una lunghezza non molto distante da quella di un vecchio LP - non viene mai a noia. Il primo brano, Hylas, è per più versi un buon microcosmo dell'intero lavoro. Mentre il secondo, Sirenen, avrebbe un senso non troppo differente (ascoltiamo il tema iniziale, e il lavoro dei "timpani" sul finale) qualora eseguito da un'orchestra. Il che è per più versi perfettamente logico, considerato che Michael Vogt è prima tuba nella Berlin Symphony Orchestra.

Toccata è l'unica composizione che ci ha lasciato un po' freddi - sebbene non somigli affatto ai Kraftwerk, li richiama, e quei suoni percussivi e l'uso del vocoder non ci hanno fatto una grande impressione. Tombeau ha un bel tema e fa buon uso dei timbri sintetici (echi di drum 'n' bass?), Mopsos' Ende offre un bel paesaggio timbrico, e l'ultimo brano, Schlafend Erreicht Odysseus Ithaka, con il suo uso sapiente di lunghi riverberi, è decisamente suggestivo.

Per chi scrive l'unica riserva - ma è una circostanza che si verifica abbastanza di frequente, e certo non peculiare a questo CD - è data dalla totale mancanza di note (non ci sono neppure immagini o diagrammi) sui percorsi di segnale, gli effetti usati e così via. Tutte cose che sarebbero state senz'altro più utili dell'avere una stessa immagine riprodotta per ben tre volte. La musica è intelligente, sottile, niente affatto difficile. Sarebbe facile classificarla alla voce "classica contemporanea", ma sarebbe il bacio della morte. Così diciamo "contemporary electronic", e incrociamo le dita.

Beppe Colli


© Beppe Colli 2005

CloudsandClocks.net | March 1, 2005