Bo van de Graaf
Ticket

(icdisc)

Appena vista, la copertina di Ticket, nuovo CD di Bo van de Graaf - con la sua mappa colorata e il sottotitolo di A Musical Impression Of The N.Y.C. Subway - ci ha immediatamente ricordato un vecchio album di Tom Hamilton, Off-Hour Wait State (1996) - sottotitolo: Some Music About The Subway. Un paio di ascolti sono però stati sufficienti per decidere che il concetto e la realizzazione del CD di van de Graaf sono decisamente meno complessi e ambiziosi di quelli della sua controparte americana. Cosa che di per sé non vuol dire certamente molto. Il sassofonista olandese ha messo insieme cinque brani (durata totale 24'44") per un mini CD che suona bene e non annoia, sebbene sia forte il sospetto che le opinioni varieranno, anche drammaticamente, in ragione dell'ammontare di attenzione prestata.

Sulle prime il tenore di Van de Graaf ci ha ricordato Gary Windo - l'attacco, il tono "strizzato" - ma con il progredire del CD ci è venuto in mente lo stile "a gola spiegata" di Gato Barbieri (ma qui dobbiamo ammettere che è da secoli che non lo ascoltiamo...); ancora meglio - vedi il solo sullo sfondo in stile "afro-calypso" su Rainbow Over 42nd Street, la propensione a citare materiale mainstream, l'uso di variazioni tematiche su Mr. Rollins, Could I Get Your Autograph? (e cos'è quella, una citazione da Epistrophy?) - diremmo Sonny Rollins, che fa un'apparizione parlata sull'ultimo brano.

Posto che il linguaggio sassofonistico è chiaramente "jazz", abbiamo cercato invano sulle note di copertina le origini degli sfondi "orchestrali" dal suono digitale/elettronico che sono a volte i veri protagonisti dell'azione e che a tratti ci hanno ricordato la scrittura austera di Michael Mantler. Parti parlate (Simin Tander) (che non troppo sorprendentemente hanno a che fare con annunci di viaggio), giusto un po' di violino (Tessa Zoutendijk), alcune registrazioni della metropolitana, alcuni "street musicians" completano il quadro.

Il lavoro ha una piacevole qualità di "fatto per il video" che dovrebbe essere certamente gradita a chi gradisce che la musica sia "intensa, con misura". Se invece parliamo di quelli che (ancora?) ascoltano musica stando seduti sospettiamo il CD in questione destinato a perdere in fretta il suo appeal.

Beppe Colli


© Beppe Colli 2005

CloudsandClocks.net | March 15, 2005