Objets Trouvés
Fragile

(Intakt)

Di tanto in tanto ci capita di riflettere su quanto siano distanti due accezioni della parola "mainstream": quella che fa riferimento alle caratteristiche "obiettivamente" acquisite dalla musica, e quella che concerne la loro accettazione da parte del grosso pubblico. E quanto drammaticamente lontane le due possono essere! Un ottimo esempio è dato dal CD in questione: comprensibile, assolutamente non ispido, ben suonato e registrato, tutt'altro che "ardito"; eppure, sospettiamo, troppo sottile, troppo lontano dagli schemi tema-assolo-assolo-tema, e fin troppo privo di quelle caratteristiche di facile spettacolarità che molto spesso fanno un successo.

Objets Trouvés è il nome di un quartetto decisamente affiatato. La sciolta pianista Gabriela Friedli è l'autrice dei frammenti melodico/tematici che spuntano di tanto in tanto, e non necessariamente dove ce li aspetteremmo. Co Streif, che ricordiamo sassofonista giovinetta circa un quindicennio fa, è sensibile e appropriata interprete al sax alto e al soprano; se sul primo strumento sembra a volte uno strano incrocio fra Paul Desmond e Elton Dean, sul secondo pare risentire dell'esempio di Evan Parker e di Steve Lacy (non allo stesso tempo!). Agile la batteria di Dieter Ulrich. Ci è parso troppo compresso il suono del basso elettrico di Jan Schlegel, il che comporta due spiacevoli conseguenze: una ridotta intelleggibilità delle note; tutto va bene finché Ulrich è ai piatti (il che fortunatamente avviene molto spesso), ma quando salgono al proscenio i tamburi il conflitto di frequenze diventa inevitabile.

I brani, quattro, sono discretamente lunghi, con un andamento a mo' di suite. Affiorano di tanto in tanto echi bossa. Curioso l'attacco del soprano, decisamente à la Lacy, dopo l'ingresso del pianoforte sul finale di Pugglig - Fledged (a 13' 11" ca.). Parimenti curioso sentire come un sassofono "percosso" à la Parker si tramuti senza forzature in un disteso canto à la Lacy nella prima parte di Lucullus - Ursa Maj (a 2' 39" ca.). Confortante notare che mai durante l'ascolto del disco l'occhio corre all'orologio.

Beppe Colli


© Beppe Colli 2006

CloudsandClocks.net | Jan. 25, 2006