Laura Nyro
Spread Your Wings And Fly: Live At The Fillmore East May 30, 1971

(Columbia)

Era ormai da un bel po' che ce ne stavamo con il naso all'insù nella speranza di poter scorgere qualche nuovo segnale di quel programma di ristampe che la Sony sembrava aver già abbandonato dopo solo due anni quando (sorpresa!) ci siamo ritrovati tra le mani un album contenente un bel concerto inedito di Laura Nyro: un'esibizione tenutasi nel celeberrimo Fillmore East, a quei tempi il teatro rock newyorkese per eccellenza. Più di un'ora in assoluta (e vibrante, e oltremodo comunicativa: si ascolti la reazione del pubblico) solitudine, in un momento che idealmente chiude il periodo più innovativo e vitale della traiettoria artistica della musicista del Bronx. Un'artista la cui influenza (diretta prima, indiretta poi) è assolutamente incalcolabile, e ben presente (pur se un po' difficile da scorgere senza aver prima inforcato le lenti giuste) anche su artisti che con buona probabilità non l'hanno mai sentita nominare.

Due anni fa la Sony ha intrapreso la ristampa del catalogo della cantautrice. Il primo lotto comprendeva Eli And The Thirteenth Confession (1968, l'album dove il mondo musicalmente policromo della Nyro si mostrava in tutta la sua splendidamente ricca comunicatività), New York Tendaberry (1969, l'album più scuro e sperimentale, con quei misteriosi echi frutto della feconda collaborazione con il tecnico e produttore Roy Halee) e Gonna Take A Miracle (1971, summa delle influenze rivisitate con immutata passione): tre ristampe che a un prezzo vantaggioso univano un buon apparato iconografico, testi delle canzoni e note di copertina accurate e decisamente utili. A questo punto credevamo imminente e logico il riapparire dell'album di esordio, More Than A New Discovery (1967, poi conosciuto come The First Songs), inciso da una Nyro appena diciannovenne ma già matura, e di Christmas And The Beads Of Sweat (1970, di bella classicità). E magari - sognare costa poco, giusto? - di Smile (1976, l'album del ritorno sulle scene) e Nested (1978, l'ultima delle grandi cose). E invece niente.

Spread Your Wings And Fly è ben in grado di fungere da bellissimo regalo per l'appassionato e - complice il prezzo - da svelta ma accurata introduzione per il neofita (e in questo senso, proprio per la sua unitarietà, l'album è in grado di funzionare meglio di un'antologia). Quasi interamente inedito - solo alcuni estratti erano già apparsi quali bonus track sulla sopracitata ristampa di Gonna Take A Miracle. Il suono dell'album è decisamente buono, e perfettamente in grado di emozionare - in questo senso ci sembrano assolutamente non necessarie le scuse porte da Al Quaglieri nelle note di copertina: un'ulteriore riduzione del fruscio avrebbe sicuramente avuto l'effetto indesiderato di soffocare i picchi emotivi di voce e pianoforte.

Il disco è una splendida rappresentazione del mondo stilistico ed emotivo della Nyro, dove accanto a indiscussi classici (e a due inediti - American Dove e Mother Earth - posti in apertura e chiusura di concerto) compaiono reinterpretazioni di brani quali (You Make Me Feel Like) A Natural Woman (di Goffin & King), Spanish Harlem (di Leiber & Spector, brano che la Nyro inciderà da lì a poco), un medley di Walk On By di Bacharach e della celeberrima Dancing In The Street, e Up On The Roof (ancora Goffin & King). Decisamente utile riflettere - in tempi di commercio onnipervasivo - sulla limpidezza artistica di una Nyro capace di dedicare una così ampia fetta del concerto a brani che - semplicemente - le piacevano - proprio lei che era molto più conosciuta come autrice che come cantante!

L'ascolto comparato (non necessariamente effettuato con intenti denigratori nei riguardi della King) tra Spread Your Wings And Fly e il celeberrimo Tapestry (che, pubblicato giusto nel maggio del '71, balzò in vetta alle classifiche per giungere infine a vendere - dopo 302 settimane di permanenza - qualcosa come sedici milioni di copie) può ben illustrare i motivi della popolarità decisamente ristretta della Nyro, artista dal fraseggio vocale e dal procedere ritmico del pianoforte troppo originalmente irregolari per potere affascinare un pubblico di massa. Si ascoltino qui persino le riproposizioni dei brani altrui, ma l'effetto è sommamente evidente, com'è logico, nei brani composti dalla stessa Nyro, dall'allora inedita I Am The Blues (poi inclusa su Smile) alla delicata e intima Emmie, dall'intricata Map To The Treasure alla meditazione morale di Christmas In My Soul, dal gospel incendiario di Save The Country alla levità di Lu e Flim Flam Man.

Buon apparato iconografico, svelte note di copertina, prezzo da collana economica... Diciamo la sorpresa dell'anno?

Beppe Colli


© Beppe Colli 2004

CloudsandClocks.net | July 29, 2004