Nellie McKay
Get Away From Me

(Columbia)

Era la fine di agosto quando - proveniente da musicisti il cui giudizio siamo soliti tenere in debito conto - ci è giunto il suggerimento di ascoltare Nellie McKay: una giovanissima cantante, autrice e pluristrumentista che non da molto aveva esordito discograficamente sul mercato statunitense. Il fatto che l'album fosse stato pubblicato dalla Sony ci rendeva immediatamente consapevoli di aver mancato il blitz effettuato sui media di laggiù; mentre la circostanza che la buona riuscita del disco (pare per esplicita volontà della McKay) fosse stata affidata alle leggendarie e proverbialmente ingegnose mani di Geoff Emerick, qui impegnato sia in qualità di produttore che di tecnico del suono, testimoniava di una volontà di fare le cose seriamente, e per bene. Avevamo appena fatto il nodo al fazzoletto, ripromettendoci di ascoltare l'album al più presto, che ritrovavamo Nellie McKay sulla copertina del supplemento Culture del Sunday Times - e poi, via via, su buona parte dei periodici musicali anglosassoni, tutti concordi nel dire un gran bene di Get Away From Me (!).

Nonostante la durata complessiva sia di circa un'ora, il disco ripartisce le sue diciotto canzoni su due differenti CD, rispettivamente intitolati Side 1 e Side 2. Il che ci è parso alquanto bizzarro - ma solo finché non abbiamo ascoltato l'album, che già nei primi pezzi offre: una cantilena spigliata dall'inciso arioso e interessante (David); una raffinata ballad pianistica in stile "jazz anni quaranta" (Manhattan Avenue); un brano rap che sembra fare il verso a Eminem (Sari); un brano dalla struttura articolata che pare venire dritto dritto da una commedia musicale (Ding Dong). La varietà di stili prosegue imperterrita per l'intera durata di Get Away From Me, passando per la "disco-pop sinfonica" (Waiter), la bossa nova (Suitcase Song), la canzoncina sbarazzina stile anni sessanta (Clonie), ancora la commedia musicale (Won't U Please B Nice) e così via, creando sulle prime non poco sconcerto circa la "vera identità" dell'artista che stiamo ascoltando. Risulta quindi logica la "pausa di respiro" offerta dalla fine (fisica) di ciascun CD.

Emerick ha lavorato da par suo, rendendo perfettamente chiare e leggibili anche quelle situazioni dove l'orchestrazione (gli arrangiamenti sono della stessa McKay) è più densa. Emerick riesce inoltre a vestire ogni brano con timbri (nonché disposizioni spaziali) assolutamente appropriati, regalando a ogni canzone la giusta fisionomia e riuscendo ad assecondare il mutevolissimo approccio vocale dell'artista (in questo senso consiglieremmo l'ascolto dell'album a quanti avessero dimenticato - o non avessero mai conosciuto - il senso nobile del lavoro di studio applicato alla canzone). Ottima cantante, la McKay si rivela anche strumentista dalla mano sicura, innanzitutto al pianoforte e poi all'organo, al sintetizzatore e a percussioni varie (particolarmente bella l'uscita solista al vibrafono su Baby Watch Your Back). Va sottolineata la perfetta familiarità della McKay con i generi musicali trattati, cosa che rivela un lungo studio dello strumento (anche quello vocale) e degli idiomi.

Tutto bene, dunque? I lati positivi indubbiamente ci sono, e in numero tale da far dimenticare quello che è il fattore chiave di molte campagne di marketing odierne: la giovane età; in questo senso Get Away From Me può essere goduto anche ignorando la circostanza che Nellie McKay ha oggi vent'anni. Chi ama gli stili citati (e non occorre certo essere tranquilli quarantenni) troverà agevole apprezzare il disco, ben in grado di rivelare nel tempo molte delle sue raffinatezze. Più problematico il giudizio su altri aspetti. Complice il violino, It's A Pose gode dell'assoluto brio che la pervade ma può apparire strana sol che si ricordi che non proviene da Broadway. Perfetta alla lettera, I Wanna Get Married non sembra in grado di sopravvivere allo stemperarsi dell'ironia ovviamente presente, e lo stesso diremmo valere per la già citata Won't U Please B Nice e la Really posta in chiusura. (A proposito di ironia: che dire di un verso quale "Forse avrei dovuto firmare con la Verve invece che con la Sony"?)

Talento strepitoso, personalità non poco bizzarra, Nellie McKay ci ha dato un ottimo album, non certo quel capolavoro che qualcuno ha individuato. Restiamo curiosi di vedere cosa ci riserberà il futuro, e se la musicista muterà l'attuale propensione a cantare "in carattere". Nell'attesa di ulteriori sviluppi, Get Away From Me può farci buona compagnia.

Beppe Colli


© Beppe Colli 2004

CloudsandClocks.net | Oct. 11, 2004