Mats/Morgan Band
Thanks For Flying With Us

(Cuneiform)

Crediamo fosse il marzo del 1992: eravamo intenti a osservare alcune foto di Zappa's Universe, lo spettacolo che nel corso di tre serate, alcuni mesi prima, aveva inteso rendere giusto omaggio a un Frank Zappa ancora in vita; orchestra e gruppo rock, e sul palco volti noti: Scott Thunes, Mike Keneally, Dale Bozzio, Steve Vai; ma chi erano quei due sconosciuti messi in posizione di tutto rispetto? Apprendevamo trattarsi di due giovani musicisti svedesi: Morgan Ågren, batterista, e Mats Öberg, tastierista; due musicisti che, va da sé, era giocoforza immaginare essere in possesso di doti tecniche a dir poco fenomenali. Passò il tempo, e si era ormai nel 1998 quando sfogliando il catalogo della RéR ci imbattemmo in un gruppo di CD i cui titolari erano Mats & Morgan, due musicisti svedesi; complice la descrizione della musica - "decisamente zappiana" - non ci volle molto perché facessimo due più due; e grazie a Per Wikström, manager del duo, trovammo presto un pacchetto nella buca delle lettere.

Le capacità tecniche dei due erano davvero fenomenali; già The Music Of Captain Beefheart - riuscitissimo album di cover - mostrava Morgan Ågren perfettamente a proprio agio nell'eseguire parti batteristiche di estrema difficoltà; ma erano ovviamente gli album da titolari che svelavano tutte le complesse - ma comunicative - doti del duo. Tecnicamente disco d'esordio, Trends And Other Diseases (1996) presentava una miscela di stili fresca e variopinta, laddove Zappa, i Beatles, qualcosa di Keneally, arie classiche e nordiche, rock spinto e quant'altro coesistevano senza mai dare l'impressione di elementi messi insieme a forza. Radio Da Da (1998), largamente strumentale, e il collagistico The Teenage Tapes (1998) mostravano tutte le tappe del lungo rapporto del duo e si candidavano immediatamente a perfetto acquisto compulsivo per completisti. Il doppio CD intitolato The Music Or The Money... (sottotitolo: That Is The Question, 1997) era la vetta, e rimane a tutt'oggi la migliore introduzione: il disco Mats presenta canzoni intelligenti e comunicative - If I Only Had A Clavinet, Coco, I Wanna, Spinning Around - dove la psichedelia di Beatles e Beach Boys va a braccetto con Zappa accanto a strumentali strepitosi come Hjortron Från Mars, dove il violino e la melodia rimandano a un ideale inedito da Hot Rats "starring Jean-Luc Ponty"; più complesso inquadrare il disco Morgan, dove trame elettroniche degne dello Zappa "meccanico" di Jazz From Hell coesistono con atmosfere non poco opprimenti che - complice l'uso di oboe e fagotto - sembrano a tratti rimandare agli Univers Zero.

Nel 1999 ci fu possibile intervistare Mats & Morgan, reduci da un tour svedese effettuato in quintetto; fu in quell'occasione che i due ci annunciarono la loro intenzione di pubblicare un "doppio dal vivo". Live (2001) ci lasciò discretamente perplessi: era indubbiamente ben suonato, e presentava un gruppo (tre tastieristi!) dall'affiatamento invidiabile; ma la musica, pur priva di quegli effettacci e trovate di dubbio gusto tutt'altro che rare nel genere, richiamava alla mente la terribile parola "fusion"; e mentre si sentiva il bisogno di una più forte architettura compositiva, le capacità tecniche sembravano invece invogliare verso una temibile "ginnastica". Tempi più brevi, ospiti a variare i climi (e un diverso missaggio?) rendevano senz'altro più riuscito il successivo "live in atmosfera controllata" On Air With Guests (2002), ma restava forte la sensazione di una strada senza uscita. Passò altro tempo.

Accreditato alla Mats/Morgan Band, Thanks For Flying With Us non è il disco che temevamo potesse essere ma non è ancora il disco che sappiamo che i due sono in grado di realizzare; e dato che nel caso di Mats & Morgan il disco che vorremmo ascoltare e quello che siamo disposti ad accettare sono entità non necessariamente coincidenti, mai come stavolta il lettore è invitato a decidere in piena autonomia. Per più versi l'album pare ritornare alle coordinate composite di The Music Or The Money... L'unico brano dal sapore fusion - ma la melodia è bella e personale - è quel Proppeller Häst che arrivando come brano #9 trova l'ascoltatore ormai sostanzialmente ben disposto; ma è comunque fusion del tipo che Tony Hymas e Simon Phillips apparecchiavano per There And Back, quindi nessun vero pericolo. Bella l'apertura di Sinus, con ottima impostazione melodica e buon assolo di chitarra di Jimmy Ågren (ma questo non è un gruppo chitarristico: le notevoli capacità di Ågren vanno cercate nella sua produzione solista, gradevolmente blues). Dal sapore "classico" i contributi di Mats Öberg: si vedano ADAT Dropouts I Love You, eseguita in solitudine, con tastiere e armonica "soffiata" a mo' di sassofono cool; la melodicissima Softma, con violino e klaviharp; e l'apporto tastiere/armonica alla composita La Baratte. Non potrebbero essere più diversi i contributi di Morgan Ågren, che sembrano frutto di una concezione melodica di natura batteristico/percussionistica; il più delle volte il gioco riesce: Thanks For Flying With Us e JF's Tati Car offrono ipnotici ostinati che diremmo apparentati all'ultimo Daniel Denis; valide anche La Baratte, Wounded Bird e l'accoppiata ritmica/zurna di Allan In The Rain; diremmo meno felici episodi quali Not Us e la conclusiva Please Remain Seated.

Il CD è completato da alcune bonus track dal vivo di durata generosa, pezzi validi e fantasiosi che contribuiscono ad allargare il raggio delle proposte: Coco è una bella ripresa, Live Neff e Alive In Eskede sono lunghi brani di discreta complessità eseguiti in duo: pianoforte e batteria il primo, tastiere/armonica e batteria il secondo; chiude il disco un demo per un nuovo tipo di batteria, sicuramente più ingegnoso e stimolante da un punto di vista tecnico che strettamente musicale. Dimenticavamo: disco ben prodotto e dal suono impeccabile.

Beppe Colli


© Beppe Colli 2005

CloudsandClocks.net | Nov. 10, 2005