Horvitz/Samworth/Lee/Clark/van der Schyff
Intersection Poems

(Spool)

La violoncellista Peggy Lee e il batterista e percussionista Dylan van der Schyff sono due musicisti canadesi con i quali chi scrive ha una discreta familiarità, dai contesti composti della Peggy Lee Band a quelle situazioni che privilegiano l'improvvisazione ben rappresentate da Floating 1...2...3 (2002), l'album inciso in compagnia del sassofonista e clarinettista Michael Moore. Non altrettanto familiare ci risulta il curriculum vitae del chitarrista Ron Samworth e del trombettista Bill Clark. Dalle note di copertina di Intersection Poems apprendiamo che i quattro hanno dato vita nel 1992 a una formazione chiamata Talking Pictures; un gruppo che al momento della sua nascita annoverava la - cosiddetta - Downtown Scene di New York tra le influenze principali. Il CD in questione - registrato dal vivo il 28 marzo del 2003 - testimonia l'incontro tra i quattro e Wayne Horvitz, figura di spicco di quel periodo.

Performance improvvisata, dunque. Ma qui il termine improvvisazione ha da essere fatto uguale a "creare qualcosa a partire dal nulla" piuttosto che a precisi contesti particellari e atonali. La performance è stata editata da Dylan van der Schyff - non sappiamo, quindi, quanto della forma che si ha modo di ascoltare sia attribuibile al suo lavoro. Ma c'è da dire che al violoncello Peggy Lee sembra tendere spontaneamente a un lavoro melodico. Mentre Horvitz, qui al pianoforte, pare voler usare un approccio consapevolmente costruttivista - si vedano gli arpeggi che aprono merge a la gauche e ...when amber flashing, il modo in cui il piano fornisce un contesto al violoncello in Intersection Poems e la propulsione che il piano preparato dà al gruppo in Elk Crossing. L'apporto di van der Schyff, bellamente coloristico, è messo in risalto dalla nitida registrazione. Versatile - e a tratti timbricamente stimolante - il lavoro chitarristico di Ron Samworth. Non sempre brillante ci è parsa la prestazione trombettistica di Bill Clark, che a tratti ci ha richiamato alla mente Leo Smith. Quella di Peggy Lee è una buona voce strumentale.

Un disco che non passerà alla storia ma che si ascolta con non poco piacere, complice la perfetta durata: quaranta minuti. Consigliato a chi predilige musica "composta, ma con ardimento".

Beppe Colli


© Beppe Colli 2005

CloudsandClocks.net | Feb. 6, 2005