Marilyn Crispell Trio
Storyteller

(ECM)

Sebbene la nostra discoteca comprendesse già qualche titolo che ne annoverava la partecipazione, fu solo nel 1981, con la pubblicazione del doppio album di Anthony Braxton intitolato Composition 98 (un lavoro dalla strumentazione davvero atipica - tre fiati e un pianoforte - per quello che almeno nominalmente si presentava come un disco di "jazz") che cominciammo a tenere d'occhio il nome di Marilyn Crispell. Ormai ben nota la storia successiva, con il pianoforte della Crispell quale parte imprescindibile di quel quartetto braxtoniano che a partire dalla metà degli anni ottanta, e per tanti anni ancora, scrisse pagine brillanti - e importantissime - del jazz contemporaneo. A fianco, in parallelo, una nutrita attività solista che mostrava - dichiarandole - le proprie influenze, su tutte John Coltrane e Cecil Taylor; da cui una certa torrenzialità dell'espressione, un amore per la tela di ampie dimensioni. Di questo periodo, con atteggiamento che sappiamo soggettivo, segnaleremmo il Live In San Francisco pubblicato nel 1990.

Il decennio successivo ha visto la Crispell intenta a mutare i modi della propria intensità: meno note, più silenzi, e un respiro forse inatteso dai più. Cosa evidente anche in due belle collaborazioni del 1999 che almeno sulla carta non sembrerebbero forse le più propizie: il quartetto con Evan Parker, Barry Guy e Paul Lytton di After Appleby (2000) e il trio con Guy e Lytton documentato da Odyssey (2002).

Capitolo recente della storia è questo Storyteller, registrato in trio. Il batterista è l'inimitabile Paul Motian - una scelta che diremmo logica, se sol riflettiamo su certi echi pensosi degni di un Paul Bley e su certe affinità con Bill Evans che sembrano caratterizzare la Crispell più recente. Musicista dalla carriera artisticamente brillante da quasi un cinquantennio, Motian porta con sé una concezione dialogica tutta intenta a sottolineare e a suggerire sviluppi melodici su piatti e rullante (si ascoltino già i primi secondi di Wild Rose, il brano della Crispell che apre il disco, prima dell'ingresso del contrabbasso); una concezione dove lo swing è spesso suggerito e raramente (Play, Cosmology 1) esplicitato. Motian porta anche in dote sei composizioni dal suo precedente repertorio, caratterizzate da un'originalissima commistione tra orecchiabilità e sofisticazione (si ascolti Flight Of The Bluejay). Il bassista in questa occasione è Mark Helias, il cui lavoro è ben noto agli appassionati fin da tempi del quartetto con il pianista Anthony Davis, alla fine degli anni settanta. In presenza di un batterista che suona spesso "contro" la melodia, Helias funge da brillante sezione ritmica e da sensibile contrappunto melodico. Molto belle le sue composizioni, Limbo e Harmonic Line, quest'ultima dalla melodia semplicissima e coinvolgente. La Crispell offre tre composizioni dal procedere sempre ragionato e assorto, esattamente lo stesso modo in cui interpreta il materiale dei musicisti che qui l'affiancano.

Disco splendido, benissimo registrato e di tutt'altro che ardua fruibilità, Storyteller ci spinge inevitabilmente a interrogarci sui motivi per cui il nome della Crispell è ancora così poco noto al di fuori di una ristretta cerchia di estimatori.

Beppe Colli


© Beppe Colli 2004

CloudsandClocks.net | Sept. 14, 2004