Duo Baars - Henneman
Autumn Songs

(Wig)

Anno dopo anno ci accorgiamo che una parte crescente della musica che consideriamo valida è di provenienza olandese. Un fatto che, com'è ovvio, non ha niente ha che vedere con cose quali "l'etnia", chiamando piuttosto in causa modelli culturali di organizzazione che risultano essere favorevoli al prosperare (termine che ha da essere inteso in un senso relativo, e da "etica protestante") delle buone idee.

Ab Baars e Ig Henneman sono da tempo figure importanti di questo paesaggio, e nel decennio scorso ci è capitato spesso di parlare del loro lavoro in sede di recensione. Il lettore attento ricorderà senz'altro - ci limitiamo qui a esempi che vedono la presenza di entrambi - lavori quali Sliptong (2009), in trio con il pianoforte di Misha Mengelberg, o il bell'album a nome Ig Henneman Sextet intitolato Cut A Caper (2011).

C'è però una qualità che diremmo specifica del lavoro in duo di Baars e Henneman, come ben dimostrato da un album quale Stof (2007). Presupponiamo ovviamente la lunga confidenza tra i due e il loro completarsi a vicenda nel combinare composizione e improvvisazione e nel valorizzare quel complesso multistilismo che è da tempo loro abitudine quotidiana.

Le note di copertina di Autumn Songs ci dicono che "Questa suite di brani liberamente improvvisati e con delle piccole parti composte è stata sviluppata da Baars e Henneman per un tour statunitense nell'autunno del 2012", la registrazione vera e propria essendo invece avvenuta il 30 novembre dello stesso anno nel ben noto Bimhuis di Amsterdam. L'ottima registrazione è opera di Micha de Kanter, che ha anche curato il missaggio e l'editing dell'album insieme ai due titolari.

L'ispirazione per i brani si colloca in una dimensione che un tempo avremmo senz'altro definito "highbrow": trattasi di letteratura, poesia, musica, pittura e quant'altro, con nomi quali William Blake, W.B.Yeats, Charles Ives, Guillaume Apollinaire e Rainer Maria Rilke. C'è anche un autunno visto in prima persona, nel brano Autumn In Maine, che risulta ovviamente "inspired by the autumnal colors in Maine". E qui speriamo di non fare cosa sgradita ai musicisti se diciamo che la nostra scarsa conoscenza delle fonti di ispirazione non ci ha impedito di godere del lavoro.

Come d'abitudine in questi contesti, Ab Baars è al sax tenore, al clarinetto e allo shakuhachi. Come al solito, Ig Henneman è alla viola. La musica dell'album (che diremmo di durata perfetta: 51' per 10 brani) vive in una dimensione asciutta e antiretorica, ricca di una sua bellezza che ha da essere scoperta e indagata ma che non di rado si mostra in modo palese.

Un'occhiata al dettaglio.

Brows Of Morning apre con un unisono, una melodia serena che potrebbe benissimo essere un pezzo di musica da camera, una melodia da corno delle Alpi, o un tema di Eric Dolphy da Out To Lunch. Ab Baars è al tenore, con la viola ad affiancarsi. C'è un bel momento quasi ayleriano/mitchelliano nell'assolo di sax, poi solo viola. Un bel tema che fa capolino qua e là, e chiusa "sussurrata".

Nine And Fifty Swans, per viola e clarinetto, è ispirata da The Wild Swans At Coole di Yeats (ci chiediamo se, ignari dell'ispirazione "volatile", avremmo avuto la stessa impressione di ali e starnazzi). Il brano ha però indubbiamente un che di "pastorale". Registri a volte contrapposti, acuta la viola, basso il clarinetto. Bell'unisono a 3'10" ca. Poi uno stridio della viola. Fine "pacifica" (che sembra "tagliata").

Winter Comes To Hush Her Song vede il soffiare lento e solenne dello shakuhachi contrapposto alla viola percossa con l'archetto, quasi un koto. Atmosfera "orientale" che sembra aleggiare sul pezzo.

It Bends It Sways è per viola e tenore. La viola animata, stridula, ma a tratti calma. Sax tenore a volte urlato, a volte con soffio d'ancia, e sovracuti. Tema riconoscibile, posto all'inizio e alla fine del brano.

Poor Autumn ha un temino danzante-cameristico, che diremmo caratteristico della scrittura della Henneman, con il clarinetto a ritagliarsi una parte solista nel tema. Anche se c'è una transizione a ca. 3', è decisamente meno triste e tragico di quanto non facciano presagire il titolo e l'ispirazione. Bel tema che ritorna.

The Clouds Go: forse pecchiamo di eccesso pittorico, ma qui il soffio dello shakuachi e il lento "muoversi" delle note "tenute" della viola sembrano rimandare a una consistenza "gassosa". E' comunque un bel brano, dal suggestivo procedere microtonale.

Restlessly, per viola e sax tenore, è decisamente puntillistico, e rimanda a tratti a certe esplorazioni di Roscoe Mitchell per sax alto. Lirico tema finale (anche questo finale suona "tagliato").

Autumn In Maine, per viola e clarinetto, lirico, è forse il momento più immediatamente apprezzabile dell'intero lavoro. Intermezzo "agitato" nella gamma sovracuta del clarinetto, finale sereno e, a suo modo, maestoso.

The Heavy Cargo. Pizzicato della viola, "sussurrato" del clarinetto. Viola con arco si unisce, con un che di cameristico-jazzato. La viola, qui strumento protagonista, è sui sovracuti, con il clarinetto immobile in una figura minimale, un arpeggio "ostinato". Tema che poi scaturisce dall'assolo di viola, ancora con la figura dolente. Segue uno scambio di ruoli, con la viola a fare la base e il clarinetto a recitare il tema. Un altro bellissimo momento.

Rain Curtains, "cortine d'acqua". Shakuachi per qualcosa di "orientale"/"scozzese". "Soffiato" dello shakuachi, che poi va in registro acuto con melodia e tema. Assolo di viola "frenetica", con lo shakuachi a contrapporsi "immobile". Bel tema finale, e bella chiusa, che diremmo perfetta, del pezzo e dell'intero lavoro.

Beppe Colli


© Beppe Colli 2013

CloudsandClocks.net | May 5, 2013